Sistema Moda: la forza della filiera e del territorio

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Sistema Moda: la forza della filiera e del territorio

In occasione del Leadership Forum, organizzato lo scorso 5 Maggio 2016 a Milano dalla London Business School, Intesa Sanpaolo ha presentato gli esiti di una ricerca sul Sistema Moda in Italia, che hanno confermato l'importanza del fattore territorio per le imprese del settore, che sono tanto più forti sui mercati internazionali quanto è più solido il distretto e/o la filiera in cui ciascuna opera.

L'incontro, dal titolo "Luxury value chains, local roots for a global future", ha visto gli interventi, tra gli altri, di Carlo Capasa della Camera Nazionale della Moda, Stefano Firpo del Ministero dello Sviluppo Economico, Claudio Marenzi di Sistema Moda Italia e di importanti imprenditori della moda e del lusso (Prada, Emilio Pucci, Poltrona Frau, Luxottica). Le relazioni hanno riguardato l'evoluzione delle value chain dei beni di lusso, ponendo l'attenzione sulla peculiarità della manifattura italiana che, pur muovendosi in un contesto globale, è legata ad una tradizione ed un know-how con radici locali, che si sviluppano in filiere territoriali e/o distretti produttivi.  

Per Intesa Sanpaolo, il Chief Economist Gregorio De Felice ha presentato ed interpretato una serie di elaborazioni su dati Eurostat, Istat e Baci che dipingono un quadro incoraggiante - seppur segnato da variabili in calo - del sistema di piccole e medie imprese della moda italiana. Innanzitutto, il peso del Sistema Moda nel manifatturiero rimane, in Italia, più forte di quello registrato negli altri grandi Paesi europei (Spagna, Regno Unito, Francia e Germania), attestandosi nel 2014 intorno al 13% in termini di addetti (contro, ad esempio, il 4% della Francia). L'Italia primeggia anche se si considera la sua quota sulle esportazioni mondiali di prodotti di alta qualità del Sistema Moda, pari al 13%, a fronte di una quota sensibilmente inferiore (5%) della Francia.

La solidità del sistema va ricercata particolarmente nelle relazioni di filiera, caratterizzate dalla stabilità dei rapporti di fornitura, prevalentemente concentrati nel territorio o distretto in cui le imprese operano. La filiera italiana si avvale, a detta degli stessi imprenditori di moda, di migliori competenze rispetto a quelle estere ed è considerata più affidabile ed attenta alla qualità dei prodotti.

Nel 2015 l'export del Sistema Moda italiano ha toccato la cifra record di 54,6 miliardi di euro, seguendo una traiettoria di crescita più accelerata rispetto alla media del manifatturiero. Tuttavia le performance si differenziano a seconda dello specifico comparto considerato: a fronte di una crescita molto significativa della filiera pelle (+38,8% di export dal 2008 al 2015), dell'oreficeria (+37,5%) e, in misura minore, dell'abbigliamento (+11,9%), il comparto tessile registra un calo (-2,5%). Considerando i valori di distretto, Intesa Sanpaolo rimarca la forte crescita del valore delle esportazioni in quello della pelletteria e calzature di Firenze, seguito dall'occhialeria di Belluno, dalla concia di Arzignano e dall'oreficeria di Valenza.

Secondo De Felice, senza un'efficace filiera produttiva non sarebbe possibile il continuo upgrading qualitativo che ha favorito la tenuta del Sistema Moda anche in tempi di crisi. L'analisi dei dati spinge, infine, il Capo Economista di Intesa a rilevare che si sta affermando una nuova classe di medie imprese, la cui crescita dimensionale potrà favorire il ricambio generazionale ed innescare virtuosi processi di imitazione nel territorio. 


 

Per le informazioni sopra riportate, si ringrazia in particolare il Chief Economist di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice.

Altra fonte del testo:

  • Articolo del Sole 24 Ore del 6 Maggio 2016

Fonte dell'immagine:

  • Foglio di Invito al convegno della London Business School