Il segno distintivo di Parma a Pitti Uomo 92

Il segno distintivo di Parma a Pitti Uomo 92

I brand di moda maschile che ruotano intorno alla diffusa abilità manifatturiera del territorio di Parma formano un “arcipelago” di storie aziendali, spesso collegate - per rapporti di fornitura o condivisione di attività sui mercati esteri -, che pur valorizzando la loro specifica identità di marca presentano i segni di una radice territoriale comune. Tutti si accompagnano a produzioni di qualità, destinate ad una fascia mediamente alta di mercato. Con lavorazioni fatte rigorosamente in Italia, utilizzando le migliori materie prime disponibili. Ma non basta. I brand made in Parma, presenti in numero significativo alla 92esima edizione di Pitti Uomo (dal 13 al 16 Giugno 2017), attingono tutti ad una comune maestria nella produzione combinata con una certa idea di eleganza e di bellezza.

Almeno 14 imprese di moda maschile con il proprio stand al Pitti sono riconducibili alla città ed al territorio Parma. E ben 11 di queste sono posizionate nel Padiglione Centrale, dove espongono le loro collezioni le più importanti griffe di moda uomo. Sette imprese sulle 14 prima citate sono socie del Consorzio Parma Couture, tutte sparse fra i tre estesi piani dell’imponente edificio principale.

Al piano inferiore, grande interesse suscitano anche in questa edizione le giacche destrutturate firmate “Ernesto” e prodotte da Gianfranco Bommezzadri. In uno stand ben illuminato e reso virtualmente più ampio da una parete di specchi, Enrico Mezzadri in tenuta più dandy ed il fondatore Gianfranco Bommezzadri in impeccabile completo sartoriale classico accolgono i numerosi visitatori, moltissimi con gli occhi a mandorla ma non solo. È un lavoro di famiglia e di squadra, quello dell’azienda parmigiana dal 1957, con la giovane stilista ed il fotografo a presidiare lo stand mentre i titolari parlano di affari con clienti vecchi e nuovi. La nuova collezione è ovviamente il centro dell’attenzione di tutti, un trionfo di colori e disegni originali che rendono unica ciascuna giacca appesa. Non manca il classico rivisitato dei capispalla firmati “Paideia”, dove comunque la varietà di colori non manca.

Il piano terra accoglie lo stand ad angolo di Bonfanti, con la nuova collezione di borse, dalle tradizionali linee “Capri” e Regata” alle innovative sporte in “Nylon soft” e “3Way Nylon trapuntato”. Accolgono i visitatori i due fratelli Bonfanti, Anna e Andrea, con la consueta disponibilità e competenza. 

Sempre al piano terra, da questa edizione è presente il brand di cravatte e sciarpe “Franco Bassi” da Como (dal 2016 associato al Consorzio). A fare gli onori di casa, i due figli del fondatore. L’alta qualità 100% made in Italy si sposa con una particolare ricchezza di colori dosati con raffinatezza.

Spostandosi al primo piano, si incontrano gli stand di Equipage, Emanuele Maffeis , Belts+ di Stefano Piazza e Fabrizio Lesi by Airedale.

I pantaloni di pregiata fattura e svariate tonalità firmati Equipage sono, in questa edizione di Pitti, accompagnati da uno sfondo che tende al verde: le pareti e le piantine con i loro frutti esprimono bene, assieme agli innovativi appendini in cartone già proposti a Gennaio, l’attenzione dell’azienda di Casola di Terenzo per la sostenibilità, per il “fatto a mano” in un contesto naturale pressoché incontaminato. Come sempre, sono al completo servizio di clienti e visitatori i due soci, Anita e Luigi, figli dei fondatori di Equipage: competenza e passione sono assicurati. I visitatori arrivano da tutto il mondo: non sorprende vedere attardarsi e perdersi nella bellezza della collezione il “nostro cliente più anziano” – così lo definisce Anita -, un signore spagnolo incurante del mal di schiena che rimane in piedi a sfogliare il book dei nuovi modelli, lasciando in dono – come segno di apprezzamento – una caramella colorata fra una pagina e l’altra. La cura per il cliente è senza orari, senza limiti di sorta, sempre con il sorriso: una prerogativa delle aziende come Equipage che mai sarà sostituita da tecnologie informatiche o freddi rapporti a distanza.

Il titolare di Belts+, figlio del fondatore dell’azienda, ha portato a sua volta con sé il proprio figlio adolescente: il futuro della famiglia, e forse anche della ditta. Le cinture in pelle sono arrotolate lungo le pareti dello stand: eleganti e fantasiose ad un tempo, figurano bene ed attirano sempre visitatori.

L’altro pellettiere presente al Pitti si firma, con nome d’arte, “Fabrizio Lesi” e propone le cinture made in Parma frutto di una tradizione secolare del territorio, purtroppo un po’ dispersa negli ultimi tempi. Per tutti i gusti è lo stand di Airedale - la ditta titolare del brand -, fino a comprendere cinture miste in pelle e tessuto dal design e dai colori originali. 

Il flusso di persone è molto elevato in tutto il Padiglione Centrale: chi scrive può verificarlo di persona già nella seconda giornata di fiera. E fra le miriadi di brand è riconoscibile, come si diceva all’inizio, la moda “made in Parma”, non solo quella affiliata al Consorzio. Nel Padiglione Centrale espongono le loro collezioni noti brand attivi nel territorio di Parma: Rota, Kired (Wonderland-Kiton), Barrett, Anderson’s. All’ingresso della fiera, prima della biglietteria, un ampio spazio è destinato all’esposizione del brand parmigiano di occhiali ed altri accessori moda “Airdp”, mentre chi è appassionato di moto non può evitare di visitare la stanza della sezione "My Factory" in cui è presente il brand Holyfreedom. Originali proposte di total look 100% made in Italy, firmate Ibrigu (da Salsomaggiore), sono infine esposte nell’Arena Strozzi dedicata al Futuro Maschile.

Parma c’è al Pitti. E copre con i suoi brand una buona parte della filiera moda maschile nella fascia medio-alta di mercato.

Recandosi, prima di tornare a casa, allo stand di Equipage per un ultimo saluto ed “in bocca al lupo”, chi scrive vi trova ancora il “cliente più anziano”, ancora in piedi a sfogliare il book, ancora accolto dal sorriso paziente di Anita.

 

 

 

 

 

 

 


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