All’assemblea del GIA Brunello Cucinelli racconta il suo umanesimo

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All’assemblea del GIA Brunello Cucinelli racconta il suo umanesimo

Grazie a Luigi Eva, Presidente del Consorzio Parma Couture nonché Capo sezione Moda al GIA Gruppo Imprese di Parma, abbiamo potuto, ieri sera, ascoltare dal diretto interessato la visione della vita e del lavoro di Brunello Cucinelli, il notissimo imprenditore del cashmere.

Cucinelli è arrivato nella splendida cornice della Fondazione Magnani Rocca a Mamiano, invitato all’Assemblea annuale del GIA, per affrontare un dialogo “fra umanisti” con Cesare Azzali, Direttore dell’Unione Parmense degli Industriali nonché Presidente del Collegio Europeo di Parma, e Giuseppe Iotti, Presidente GIA, sul tema “Un’artigianalità contemporanea”.

Luigi Eva accoglie l’ospite sorridente al suo arrivo alla Fondazione e lo conduce all’irrinunciabile visita di questo gioiello di terra parmense, che custodisce capolavori dell’arte antica, moderna e contemporanea (è in corso una apprezzata mostra su Depero) in un palazzo storico circondato da un parco abitato da splendidi pavoni.

Dopo l’immancabile intervista televisiva, Cucinelli si intrattiene in prima fila, assieme agli altri due relatori, all’interno della fresca ed accogliente – grazie alla sua derivazione rustica - sala convegni (adiacente il ristorante interno alla Magnani Rocca) dove avrà luogo il dibattito: i tre sorridono e discorrono amabilmente in attesa di raggiungere il palchetto allestito per loro. Da fuori si insinuerà di frequente un vento forte, che ha già sgombrato il cielo dalle nuvole che ci hanno un po’ bagnato (per fortuna, dopo settimane di siccità!) nei giorni scorsi. 

I flash dei fotografi iniziano a tempestare l’angolo in cui si trova l’ospite, mentre si accalcano gli altri invitati. La sala si popola dello “star system” dell’imprenditoria e delle istituzioni locali, ma anche di molte altre persone interessate a conoscere da vicino una personalità non ordinaria.

Ha inizio finalmente la serata con la proiezione di un video preparato dal GIA per far comprendere cosa significhi far parte di una associazione di piccoli e medi imprenditori. La telecamera si sofferma, proprio all’inizio, su un nostro imprenditore, Enrico Mezzadri della Gianfranco Bommezzadri Sas (storico produttore di giacche del nostro territorio che sta "cambiando pelle" con il successo del brand Ernesto), il quale si rivolge ad Emanuele Gaito, titolare di una realtà più giovane ma altrettanto promettente, Cavaliere Atelier. Il video è strutturato a dialoghi, con due imprenditori del GIA che, conversando assieme, fanno emergere una comunanza di valori legati alla propria comunità ed al saper fare trasmesso da generazioni.

Quando tocca a due imprenditori del settore alimentare, Cucinelli - ancora in platea - ha un guizzo di curiosità che lo fa sorridere e chiedere lumi su quello che sta vedendo ad Azzali vicino a lui. Così il binomio moda-prosciutto prende forma, con il comune denominatore dell’artigianalità distintiva del Made in Italy.

Poi ha inizio il dibattito, quando la sala è veramente gremita di spettatori. Cucinelli non delude le attese e declina con semplicità e ironia la sua filosofia “ottimista” e centrata sulla valorizzazione delle persone.

Il dialogo con Azzali è incalzante e divertente. “Brunello”, come chiede inutilmente di farsi chiamare dai suoi interlocutori, riesce nella difficile impresa di passare dall’alto al basso, dalla teoria alla concretezza senza soluzione di continuità.

Il lavoro artigianale, oggi poco desiderato dai padri per i propri figli - “Vorresti che tuo figlio facesse il sarto?” è la domanda che Cucinelli pone provocatoriamente alla platea -, deve tornare ad avere, in Italia, la dignità morale che merita. Dignità morale che è anche economica: i mestieri artigiani sono infatti la chiave per lo sviluppo delle nostre imprese. Per questo devono ritrovare un riconoscimento sociale che purtroppo hanno perso. 

La visione di Cucinelli non è, tuttavia, pessimista. Tutt’altro. In questo lungo momento di crisi, egli vede già i segni di una rigenerazione: le tecnologie aiutano l’artigianalità e permettono al “genio” italiano di esprimersi al meglio. Genio, sì: gli Italiani rimangono i più bravi al mondo ad “intercettare la non linearità delle cose”.

Ma il nuovo rinascimento non si fonda sulla tecnologia – pur utilissima, anche se i giovani fissi sui cellulari rischiano di non alzare mai gli occhi sulla bellezza del mondo ed anche di…finire contro un pilone e farsi molto male, come da aneddoto raccontato dallo stesso Cucinelli – bensì sulle persone. In azienda, tutte le persone sono importanti per fare un buon prodotto: anche la donna delle pulizie che, sentendosi libera di esprimersi in una organizzazione non verticalizzata - suggerisce un’idea geniale proprio al re del cashmere, che la utilizza subito ed ottiene grande successo. La signora in questione non l’avrebbe suggerita – aggiunge Brunello – se il suo posto di lavoro fosse stato un ambiente più freddo, di solo comando da parte del capo.

Azzali prova più volte a riportare l’ospite alla concretezza delle piccole imprese, dei piccoli imprenditori che soffrono condizioni di contesto non sempre ottimali. Cucinelli sa essere anche concreto, o meglio inquadra il suo umanesimo nei gesti e nelle azioni di tutti i giorni. 

Ve l’avevo detto che si trattava di una personalità che fa eccezione” ribadisce alla fine il Direttore UPI tra i caldi applausi dei convenuti.  

Una bella serata, che sicuramente ha arricchito tutti noi.

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I tre video dell'evento: