Per la ripresa post-COVID, le PMI devono puntare su digitale e sostenibilità

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Per la ripresa post-COVID, le PMI devono puntare su digitale e sostenibilità

Il Rapporto annuale di ICE-Agenzia e l'Annuario Istat sul Commercio Estero fotografano l'attuale momento critico per la manifattura italiana, in particolare per le imprese di piccole dimensioni che ne costituiscono la spina dorsale. Nel 2019, l'export italiano registrava una crescita media del 2,3%, con un balzo significativo (+6,2%) del sistema moda. In termini di mercati di sbocco, erano aumentate in modo significativo le esportazioni in Giappone (+19,7%) grazie all'entrata in vigore dell'accordo di libero scambio con l'UE. La moda contribuiva all'export italiano per una quota pari all'11,9%, inferiore solo al settore dei macchinari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi la pandemia e il conseguente lockdown hanno fermato una macchina in corsa, provocando nei primi 5 mesi del 2020 una caduta dell'export italiano quantificabile, mediamente, in -16%. Per la moda, il calo è stato quasi doppio (-28%) rispetto alla media.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La ripresa, già prevista a partire dal 2021 se le condizioni sanitarie la permetteranno, dovrà partire da un profondo cambiamento di strategia delle PMI italiane.

Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità sono le chiavi di accesso del Made in Italy al mondo post-COVID.

L'e-commerce già cresceva, prima della pandemia, a un ritmo approssimativo del 9% annuo, accelerato ulteriormente dalle esigenze emerse durante il lockdown. Assieme alla sostenibilità, il digitale rappresenta ormai, per il Made in Italy, il necessario presupposto per attrarre le nuove generazioni di consumatori globali.


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